L’occasione è stata un convegno per quadri della Cisal incentrato su reddito di cittadinanza, quota 100, salario minimo, rappresentatività e rappresentanza
Ospite d’eccezione Pasquale Tridico, Presidente dell’Inps che ha illustrato le innovazioni introdotte dal ‘Decreto Dignità’ nonché il fondamentale ruolo che l’Istituto è chiamato svolgere.
Sono intervenuti, inoltre, il Segretario Confederale Davide Velardi, il Responsabile del Centro Studi CISAL Aldo Urbini e il Segretario Confederale CISAL Massimo Blasi i quali, oltre ad approfondire i temi succitati, hanno affrontato questioni di interesse generale come il sistema pensionistico e le problematiche del pubblico impiego.
I lavori sono stati conclusi dal Segretario generale Francesco Cavallaro.
Il Presidente Tridico, nel suo apprezzatissimo intervento, ha illustrato le innovazioni portate dal ‘Decreto Dignità’ e riassunto la strategia sociale del governo.
“In una visione di parità di rapporto tra lavoratore e datore di lavoro, il decreto fissa un principio fondamentale secondo il quale il lavoratore deve sapere quanto dura il suo contratto di lavoro a tempo determinato e perché” – ha affermato il Presidente INPS.
“Il reddito di cittadinanza – ha proseguito – fissa invece il principio secondo il quale tutti, anche chi non lavora, deve avere diritto a un reddito di base e prevede la stipula di un patto di lavoro e di un patto di formazione. E’ anche uno strumento incentivo per le imprese – ha spiegato – infatti può essere interamente assorbito dalle stesse in caso di assunzione di percettore del reddito”.
Tridico ha continuato: “Non è vero, poi, che il salario minimo garantito, come affermano alcuni, spiazza la contrattazione, al contrario propone un welfare integrato e contrasta la contrattazione al ribasso operata dai cosiddetti contratti pirata. Con questo provvedimento – ha specificato – si trasferiranno 9,7 miliardi dal capitale lavoro”.
“Negli ultimi decenni – ha concluso – la quota di salario ha subito un declino costante portando a una compressione della domanda aggregata per circa 100 miliardi. Con l’insieme di tali provvedimenti il governo intende sbloccare la stagnazione dei consumi e portare a un aumento della quota salariale“.
A chiudere il Convegno, il Segretario Generale Francesco Cavallaro, che ha ringraziato il Presidente Tridico per la sua presenza all’evento dedicato ai quadri dell’organizzazione e per l’attenzione mostrata verso tutte le dinamiche sindacali a testimonianza della massima disponibilità a dialogare con tutte le parti sociali.
Cavallaro ha ribadito il parere positivo della confederazione circa i provvedimenti raggruppati sotto il ‘Decreto Dignità’, ha poi tenuto a precisare che sarebbe opportuno cominciare a fare “nomi e cognomi” di quelle sigle sindacali che si oppongono strumentalmente ad ogni azione di governo a prescindere dalla bontà o meno delle proposte emanate.
“Il mondo del lavoro cambia, dunque deve cambiare anche il sindacato se si vuole costruire un più proficuo futuro per tutta la società” – ha affermato Cavallaro.
“La Cisal – ha proseguito – per sua conformazione e struttura non si avvale di schemi di raffronto preconfezionati, la sua azione poggia sul confronto libero poiché i governi sono innanzitutto espressione diretta della democrazia messa in atto dai cittadini e questo va rispettato pertanto lungi dalla confederazione autonoma più importante del paese opporsi “a prescindere”, così come la consuetudine delle sigle sindacali storiche non autonome vuole”.
“Analizziamo volta per volta i provvedimenti per quelli che sono e – ha continuato – , sin da subito, abbiamo dato fiducia a quota 100 e reddito di cittadinanza, fiducia che, a ben vedere, visti i primi segnali positivi registrati, ha avuto ragione di essere accordata. Man mano che si va avanti emergono delle criticità, è vero ma, come si sa, tutto è perfettibile e migliorabile quindi si attendono i decreti che completeranno le fasi delle misure di governo in oggetto”.
Dopo averne vagliato tutti gli emendamenti, CISAL ha detto sì anche al salario minimo garantito per legge pur mantenendo qualche riserva in merito. Se salario minimo significa dare la possibilità ai lavoratori sotto una certa soglia retributiva di poter aumentare il proprio reddito e migliorare la propria vita, ben venga”.
“Il problema sollevato dalla Cisal in quanto organizzazione sindacale relativamente a salario minimo – ha sottolineato il leader della confederazione – è che questo non dia la possibilità a quei sindacati che dicono “no” a tutto di fare piazza pulita dei sindacati che voglio ragionare sulle cose e portare avanti responsabilmente il proprio compito”.
“Quindi – ha proseguito Cavallaro – se il salario minimo è pensato per far sì che i lavoratori vivano una condizione più dignitosa la CISAL è d’accordo, quale sindacato serio direbbe di no? Sarebbe un’assurdità! Se invece, salario minimo, così come lo intende qualcun altro, è solo un pretesto per fare una legge su rappresentanza e rappresentatività delle organizzazioni sindacali un problema c’è e non è di poco conto perché ciò vorrà dire che le solite sigle che contrastano tutto avranno il monopolio di tutto e spazzeranno via le ultime forme residue di democrazia sindacale rimaste”.
“La nostra organizzazione sindacale – ha concluso Cavallaro – vuole essere propositiva nel fare le cose, vuole conoscerle e approfondirle, vuole dare il suo contributo in modo intellettualmente onesto”.
Il Segretario Cavallaro ha infine ringraziato il Presidente INPS Pasquale Tridico a nome di tutta la CISAL per la sua presenza, ha poi salutato gli astanti e concluso così i lavori.